Ottobre 2010

L’Amico fotografo Lucillo Carloni e io, partiti dalla val di Ledro per raggiungere a Bibbiena il Centro Italiano della Fotografia d’Autore e il fotografo Giovanni Marozzini, ci siamo ritrovati a caccia di immagini e storie al cimitero locale. 


L’occhio è stato attirato da un nome tanto inusuale per i più, quanto familiare a me: Assuero. 

Si chiamava così il mio babbo, e il nome lo vedo inciso su una lapide.  Curiosi ci avviciniamo e la nostra piccola storia è li che ci aspetta. La lapide narra di un evento, un eccidio accaduto nell’aprile del 1944.

© Testi e fotografie Umberto Carlo Sommaruga 2020

Il Partigiano è Salvatore Vecchioni, Comandante della II Compagnia del gruppo Casentino XXIII, Brigata Pio Borri.

Salvatore è mancato alla fine del 2019.

Ovunque è riportato, con la notizia della sua morte, l’identico trafiletto, probabilmente di agenzia, che riassume l’inizio della vicenda che Il Vecchioni ci racconterà:


Nell'aprile del 1944 a Partina, nel comune di Bibbiena, i tedeschi individuarono la casa di Salvatore Vecchioni e presi in ostaggio la madre e il fratello spararono ed incendiarono l'abitazione dove era barricato. Grazie all'aiuto di un amico che, lanciando una bomba a mano, sparando sui tedeschi, richiamando l'attenzione su di se, gli dette il tempo, a Salvatore riuscì di

sfondare il tetto, saltare e scappare via nelle campagne ferito e insanguinato.


A noi, come a tutti coloro che mostravano voglia di ascoltarlo, Salvatore ha narrato molto di più, mai a corto di ricordi e mai domo nel difendere la “sua” resistenza e nell’onorare i compagni caduti e i civili che nulla avevano a che vedere con la lotta armata e furono trucidati.  Barbaramente trucidati si usa dire ed è indubbio che quella volta lo sia stato.

Veniamo a sapere che nei dintorni, a Soci, vive un partigiano superstite di quella strage. Decidiamo di andare a trovarlo e possibilmente conoscerlo, fotografarlo e ricavarne una storia.


Più che fotografarlo lo ascolteremo, per tre giorni consecutivi, passati a casa sua e con lui nei luoghi dei suoi racconti.

Il vecchio partigiano diventa il nostro maestro.   Il suo piglio deciso, la sua fiera volontà di memoria e riscatto trasmettono una forza fuori dal comune.  La forza di chi, solamente ventenne, ha combattuto e scoperto violenza, morte, tradimento e libertà.

Vecchioni mostra una pubblicazione sulla resistenza con un suo ritratto a tutta pagina

Salvatore rivive e racconta, spalleggiato dalla compagna di una vita

Vecchioni mostra la documentazione completa e dettagliata  degli eventi e dei personaggi protagonisti dell’eccidio

Ci mostra anche la fotografia dell’amico e partigiano Assuero Lenzi, ucciso nei dintorni di Bibbiena nel 1944

Insieme a Salvatore raggiungiamo i luoghi della battaglia e dell’eccidio

Il partigiano narra la fuga nei campi, ferito e inseguito dalle truppe naziste della divisione Hermann Göring

La stanza archivio

e l’officina di tornitore

A rivederci Comandante. Il tuo sguardo penetrante, da giovane ultraottantenne, ci mancherà

Il Partigiano

Salvatoire Vecchioni,  Storia di Resistenza